domenica 30 novembre 2008
"L" per...
c'è poco da fare per me Lille è il sapore della Leffe, della Abbey chiara. Storia: Charles de Gaule, vero, eppure ancora quel gusto che si scioglie in bocca come fosse compatto e granuloso. Architettura: i vicoletti di Veie Lille e i suoi colori e bistrò, vero, ma quel gusto amarognolo che ti fa chiudere un momento gli occhi e cercare nella mente mille ricordi. Natale: umidità come pioggia rappresa nel cemento con la strana carattetristica di risalire sul tuo corpo; e piazza CdG addobbata a festa con già la ruota panoramica, e gli inglesi che invadono i risportanti con le loro ordinazioni a punta di dito, eppure sentite questa per me è Lille. Questo e mille altre cose... adoro vivere a Syr. Ma adoro anche la vecchia, cara, snob, morente, stantia e pungente Europa.
martedì 25 novembre 2008
Per Gabry...
non è che non vi penso, è che sono troppo troppo preso da mille attività :)
Sabato nuovo volo, si va in Francia -Lille- per un corso, poi Bruxelles, poi Roma per una settimana... e quindi di nuovo Parigi e di nuovo Syracuse e poi NY.
Nel frattempo c'è stato in mezzo Bob Dylan, una sparatoria, una neve come solo quando ho vissuto in Svezia, una serie di articoli, analisi dei dati, una marea di sorrisi, piani e battaglie, il termosifone da rasportare, la macchina che chissà se me l'affittano e invece basta la AE e un sorriso, il cambio manuale che fa tanto noia, un viaggio in un soffio, la neve che cade ancora ed ancora e le mie impronte che sono qui... ma vi scriverò o vi racconterò di ognuna di queste cose e di molto altro ancora. Un giorno. Sorridendo.
Piuttosto voi, voi ditemi... voi raccontatemi di quella terra!
Sabato nuovo volo, si va in Francia -Lille- per un corso, poi Bruxelles, poi Roma per una settimana... e quindi di nuovo Parigi e di nuovo Syracuse e poi NY.
Nel frattempo c'è stato in mezzo Bob Dylan, una sparatoria, una neve come solo quando ho vissuto in Svezia, una serie di articoli, analisi dei dati, una marea di sorrisi, piani e battaglie, il termosifone da rasportare, la macchina che chissà se me l'affittano e invece basta la AE e un sorriso, il cambio manuale che fa tanto noia, un viaggio in un soffio, la neve che cade ancora ed ancora e le mie impronte che sono qui... ma vi scriverò o vi racconterò di ognuna di queste cose e di molto altro ancora. Un giorno. Sorridendo.
Piuttosto voi, voi ditemi... voi raccontatemi di quella terra!
mercoledì 12 novembre 2008
Brasilian drums... and I love this city!
Yep. Yesterday night... an incredible concert in their Music Department (you know.... they call it... I never remember buildings' name, instead here everything is a Hinds Hall, Shine Hall, etc. etc.). Well fabulous! I love the rhythm of thirty percussions... and the hall! Uauuu... it's something!
Va bhe... ma il motivo per cui scrivo questo post non è ieri sera, per altro molto molto bella. Ma questa mattina. Io questa città la adoro sempre più... e la adoro sopratutto la mattina, non so perchè. Esco di casa e il freddo è un blocco di ghiaccio tra me e il prossimo passo. Da paura :) Inizio già a non contare più gli strati di vestiti che ho addosso, ma so che ancora non è nulla... e in effetti sto benissimo, anzi camminando, dopo qualche decina di minuti ho anche caldo... va bhe, ma non vi interessa come sono vestito, no? (a parte Raffo che orami è perso per il vestiario).
Mentre cammino decido che mi merito il bus e che posso evitare la ventina di minuti a piedi verso l'università. E' presto e ho voglia di lavorare... meglio non divagare troppo camminando in giro, poi mi vengono strane idee :) L'orario è perfetto... discendo la stradina che porta su una strada perpendicolare, Westcott, dove già posso vedere il cartello blu della fermata dell'autobus. Ma che diamine... è in anticipo! Cacchio... inizio a correre ma il bus è già fermo alla fermata. Cacchio saranno 100 metri ma l'autista non può vedermi... corro, e il mio ginocchio non dice nulla. Adoro questo Paese. Adoro come mi fa sentire. Il frutto è la, dolce e maturo sull'albero e io non ci arrivo, cacchio 100 metri... corrcorrocorronelfreddoedèunafigatamaperchèdevoperdereilbus perpochidecimidisecondoporcocane???
Mancano cinquanta metri e un signore con il cartone del latte cammina lungo Westcott e fa per attraversare la strada da cui arrivo... mi vede e fa qualche passo indietro e non lo vedo più. Non ci posso credere. Se è vero lo bacio. Rieccolo... e sorride. E il bus è ancora lì... Thanks man! I love you! e ridiamo... e attraverso la strada vuota e l'autista ha un sorriso e dice "Bus run, uh?" :D Thanks man, thanks! Adoro questo Paese assurdo e per tante cose ipocrita... ma lo adoro perchè ha ancora questi gesti. E perchè non so... lo sento bene. :) Ed ora meritiamocela questa buona sorte, dentro duro con il lavoro :) Signori... spargiamo un pò di gesti di civiltà... è così incredibilmente bello! :)
Va bhe... ma il motivo per cui scrivo questo post non è ieri sera, per altro molto molto bella. Ma questa mattina. Io questa città la adoro sempre più... e la adoro sopratutto la mattina, non so perchè. Esco di casa e il freddo è un blocco di ghiaccio tra me e il prossimo passo. Da paura :) Inizio già a non contare più gli strati di vestiti che ho addosso, ma so che ancora non è nulla... e in effetti sto benissimo, anzi camminando, dopo qualche decina di minuti ho anche caldo... va bhe, ma non vi interessa come sono vestito, no? (a parte Raffo che orami è perso per il vestiario).
Mentre cammino decido che mi merito il bus e che posso evitare la ventina di minuti a piedi verso l'università. E' presto e ho voglia di lavorare... meglio non divagare troppo camminando in giro, poi mi vengono strane idee :) L'orario è perfetto... discendo la stradina che porta su una strada perpendicolare, Westcott, dove già posso vedere il cartello blu della fermata dell'autobus. Ma che diamine... è in anticipo! Cacchio... inizio a correre ma il bus è già fermo alla fermata. Cacchio saranno 100 metri ma l'autista non può vedermi... corro, e il mio ginocchio non dice nulla. Adoro questo Paese. Adoro come mi fa sentire. Il frutto è la, dolce e maturo sull'albero e io non ci arrivo, cacchio 100 metri... corrcorrocorronelfreddoedèunafigatamaperchèdevoperdereilbus perpochidecimidisecondoporcocane???
Mancano cinquanta metri e un signore con il cartone del latte cammina lungo Westcott e fa per attraversare la strada da cui arrivo... mi vede e fa qualche passo indietro e non lo vedo più. Non ci posso credere. Se è vero lo bacio. Rieccolo... e sorride. E il bus è ancora lì... Thanks man! I love you! e ridiamo... e attraverso la strada vuota e l'autista ha un sorriso e dice "Bus run, uh?" :D Thanks man, thanks! Adoro questo Paese assurdo e per tante cose ipocrita... ma lo adoro perchè ha ancora questi gesti. E perchè non so... lo sento bene. :) Ed ora meritiamocela questa buona sorte, dentro duro con il lavoro :) Signori... spargiamo un pò di gesti di civiltà... è così incredibilmente bello! :)
giovedì 6 novembre 2008
Yes We (they) DID!!!
Bhe signori. Urge un riepilogo (prima che Gabry mi richiami all'ordine). Allora di Halloween vi parlo nel prossimo post, veniamo prima alle cose serie.
Come ben sapete il 2 mattina sono arrivato a Roma. Il 3 ho avuto da fare tutto il giorno e poi ho passato una serata splendida con dei vecchi amici. Signori ve lo comunico ufficialmente mi sono divertito da morire, quindi mi riavete messo in crisi sulla mia scelta se tornare o no :D Comunque, abbandoniamo futili sentimentalismi dovuti ancora al fuso e alla stanchezza e veniamo a noi.
Atterro alle 6.20 p.m. a Syracuse, Matt mi viene a prendere in macchina. Grazie Matt. Certo, dimenticavo è il 4 Novembre. Giorno di elezioni. Solo un ristretto gruppo di amici può immaginare come abbia passato le 9 ore di volo (non ci esco più con voi la sera prima di partire!!!) ma quando Matt accosta la macchina devo avere l'aspetto tra uno Zombie e Fame di John Doe (maledetto tu sia Mauro e anche Roberto che mi avete iniziato a questa droga a fumetti!). Casa... già ci aspettano amici di Matt e di Tony. Chiaro birra e televisione. Io sopratutto doccia nel disperato tentativo di riprendermi.

Arrivano anocra altri amici e quindi alle 9 p.m. si prendono le macchine e si va all'Holiday Inn, centro nevralgico del partito democratico. Tutto allestito a festa, colori americani ovunque, maxi schermi, postazioni per le televisioni, il candidato locale al congresso che è nascosto ma a cui già hanno preparato un mega palco perchè il sentore si sa è quello. Tutti mangiano e bevono. Io da bravo italiano sono digiuno e quindi ancora prima di fare qualsiasi altra cosa faccio una rapida ricognizione del terreno, studio il nemico, motivo le truppe e mosso da spirito eroico mi lancio su buffalo wings (si chicken wings, ma qui se non le chiami buffalo wings ti guardano male, le hanno inventate loro, dicono) e pizza.
Prima missione della serata completata. Nessun ferito, nessun prigioniero. Non si sono accorti minimamente del nostro attacco. Continuiamo la guerriglia.
Rifornirsi impossessandosi delle armi del nemico. Qui l'azione è più audace e così ci si mette alla caccia di stick, gagliardetti, poster e qualsiasi cosa ci faccia diventare automaticamente democratici. Non so perchè ma un tizio del giornale locale mi inizia a fare qualcosa come 40 foto e poi mi chiede l'autorizzazione eventualmente a pubblicarle. Mi sono sentito un pò come allo zoo, ma non mi hanno fatto il piacere di lanciarmi nemmeno una nocciolina. Va bhè che ero pieno. Comunque m
i impossesso pure di due palloncini che lego a uno dei poster piccoli... quello rosso l'ho dovuto lasciare ad una ragazza che me lo chiedeva... che posso farci, siamo sempre gentiluomini. Insomma in tutto questo abbiamo anche il tempo ogni tanto di seguire i risultati che arrivano dalla CNN e da altre emittenti. Per ogni stato conquistato c'è una bolgia. Tutti sorridono, ognuno con una maglietta di Obama diversa. L'atmosfera è elettrizzante. Lo sentono che sta per succedere qualcosa di grosso. Lo sentono.
Sono tutti qui, e si salutano e palrano e si abbracciano e aspettano e sperano. Molti sono di colore e molti, mi dicono i miei amici, hanno spinto persone a votare per la prima volta. Ci devono andare questa volta e chi se ne frega delle mille cose che devono votare (giudici, contea, sceriffi, camera, altri giudici)... votate chi vi pare ma votate per Obama alla preseidenza. E' questo che sta succedendo. E... dopo la Virginia, stato importante, con molti grandi elettori, che strappa dei grandi applausi... arriva un'altra Breaking News dalla CNN. Aspettiamo per sapere quale stato e verso chi stia andando.
E invece no.
Breaking News: Obama is the new President of the United States of America. Il delirio. Panico puro. Come se fossero mille touchdown insieme. Abbracci e lacrime. E urla. E questi sorrisi che per la prima volta non mi sembrano solo impostati culturalmente sui 90 denti... ma che mi sembrano veri e liberi. E piangono e forse mi rendo conto davvero di quanto ci tengano solo quando vedo Matt che quasi piange. E Matt è un grande, ma non è uno che lascia trapelatre emozioni. E abbracciano tutti. E vengono anche da noi e ci abbracciano mentre piangono. E dicono "mi sento leggera ora, torno a respirare" o qualcosa tipo "finalmente, e ora possiamo farcela"...e ancora il panico. Stiamo lì mentre le sale iniziano a svuotarsi. Non so perchè non andiamo anche noi (bhè forse perchè così posso prendere i palloncini...) ma stiamo lì e vediamo crescere il distacco. Avevo previsto (come quasi tutti) che Obama avebbe vinto, ma temevo e credevo che il margine sarebbe stato ridotto. E' stata una valanga. Il voto popolare non è stato così schiacciante, anche se decisamente netto, ma quello degli stati è stato devastante per i repubblicani. Presidente e camere ai democratici.
Discorso di Obama. Bello. Tranquillo ma chiaro nelle linee.
E' tempo di andare ora. Non dormo da qualcosa come 28 ore. 2 voli intercontinentali in 4 giorni. Un nuovo presidente negli USA. Un sorriso che non vuole andare via.
Atterro alle 6.20 p.m. a Syracuse, Matt mi viene a prendere in macchina. Grazie Matt. Certo, dimenticavo è il 4 Novembre. Giorno di elezioni. Solo un ristretto gruppo di amici può immaginare come abbia passato le 9 ore di volo (non ci esco più con voi la sera prima di partire!!!) ma quando Matt accosta la macchina devo avere l'aspetto tra uno Zombie e Fame di John Doe (maledetto tu sia Mauro e anche Roberto che mi avete iniziato a questa droga a fumetti!). Casa... già ci aspettano amici di Matt e di Tony. Chiaro birra e televisione. Io sopratutto doccia nel disperato tentativo di riprendermi.
Arrivano anocra altri amici e quindi alle 9 p.m. si prendono le macchine e si va all'Holiday Inn, centro nevralgico del partito democratico. Tutto allestito a festa, colori americani ovunque, maxi schermi, postazioni per le televisioni, il candidato locale al congresso che è nascosto ma a cui già hanno preparato un mega palco perchè il sentore si sa è quello. Tutti mangiano e bevono. Io da bravo italiano sono digiuno e quindi ancora prima di fare qualsiasi altra cosa faccio una rapida ricognizione del terreno, studio il nemico, motivo le truppe e mosso da spirito eroico mi lancio su buffalo wings (si chicken wings, ma qui se non le chiami buffalo wings ti guardano male, le hanno inventate loro, dicono) e pizza.
Prima missione della serata completata. Nessun ferito, nessun prigioniero. Non si sono accorti minimamente del nostro attacco. Continuiamo la guerriglia.
Rifornirsi impossessandosi delle armi del nemico. Qui l'azione è più audace e così ci si mette alla caccia di stick, gagliardetti, poster e qualsiasi cosa ci faccia diventare automaticamente democratici. Non so perchè ma un tizio del giornale locale mi inizia a fare qualcosa come 40 foto e poi mi chiede l'autorizzazione eventualmente a pubblicarle. Mi sono sentito un pò come allo zoo, ma non mi hanno fatto il piacere di lanciarmi nemmeno una nocciolina. Va bhè che ero pieno. Comunque m
Sono tutti qui, e si salutano e palrano e si abbracciano e aspettano e sperano. Molti sono di colore e molti, mi dicono i miei amici, hanno spinto persone a votare per la prima volta. Ci devono andare questa volta e chi se ne frega delle mille cose che devono votare (giudici, contea, sceriffi, camera, altri giudici)... votate chi vi pare ma votate per Obama alla preseidenza. E' questo che sta succedendo. E... dopo la Virginia, stato importante, con molti grandi elettori, che strappa dei grandi applausi... arriva un'altra Breaking News dalla CNN. Aspettiamo per sapere quale stato e verso chi stia andando.
E invece no.
Breaking News: Obama is the new President of the United States of America. Il delirio. Panico puro. Come se fossero mille touchdown insieme. Abbracci e lacrime. E urla. E questi sorrisi che per la prima volta non mi sembrano solo impostati culturalmente sui 90 denti... ma che mi sembrano veri e liberi. E piangono e forse mi rendo conto davvero di quanto ci tengano solo quando vedo Matt che quasi piange. E Matt è un grande, ma non è uno che lascia trapelatre emozioni. E abbracciano tutti. E vengono anche da noi e ci abbracciano mentre piangono. E dicono "mi sento leggera ora, torno a respirare" o qualcosa tipo "finalmente, e ora possiamo farcela"...e ancora il panico. Stiamo lì mentre le sale iniziano a svuotarsi. Non so perchè non andiamo anche noi (bhè forse perchè così posso prendere i palloncini...) ma stiamo lì e vediamo crescere il distacco. Avevo previsto (come quasi tutti) che Obama avebbe vinto, ma temevo e credevo che il margine sarebbe stato ridotto. E' stata una valanga. Il voto popolare non è stato così schiacciante, anche se decisamente netto, ma quello degli stati è stato devastante per i repubblicani. Presidente e camere ai democratici.
Discorso di Obama. Bello. Tranquillo ma chiaro nelle linee.
E' tempo di andare ora. Non dormo da qualcosa come 28 ore. 2 voli intercontinentali in 4 giorni. Un nuovo presidente negli USA. Un sorriso che non vuole andare via.
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